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Processo Stella Maris udienza del 13 febbraio 2024 TELEGRANDUCATO

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La giustizia è l'utile del più forte

Il  sofista Trasimaco ne "La Repubblica"   sosteneva la tesi che la giustizia fosse l'utile ( sympheron ) del più forte.  ... ciascun governo istituisce leggi ( nomoi ) per il proprio utile; ...questo, mio ottimo amico, è quello che dico giusto, il medesimo in tutte quante le  poleis , l'utile del potere costituito. Ma, se non erro, questo potere detiene la forza. Così ne viene, per chi sappia ben ragionare, che in ogni caso il giusto è sempre identico all'utile del più forte  (338e-339a) . Per Trasimaco, dunque, la giustizia  si presentava in tutti i casi come uno strumento del potere costituito. Cinque anni di frequentazioni delle aule giudiziarie, cinque anni di cose viste hanno cambiato completamente la mia prospettiva. sulle vicende giudiziarie di questo Paese. Io credevo fortemente nel valore fondante e nell'indipendenza della magistratura e anche adesso che queste mie certezze vacillano voglio crederci, devo crederci perché l'alternativa sarebbe sol

Li chiamo pazienti perché hanno patito

Oggi 15 novembre 2022, ennesima udienza del processo relativo ai maltrattamenti perpetrati nella struttura  di Montalto di Fauglia della Stella Maris.  Ha parlato (tra gli altri) il criminologo dell'Università di Genova Alfredo Verde, consulente del PM  con il compito di visionare i video installati dai carabinieri che nell'estate del 2016,  in meno di quattro mesi di riprese, testimoniarono ben 208 episodi di maltrattamenti  ai danni dei disabili della struttura. Verde ha evidenziato il modo usuale di gestire i pazienti con tecniche improprie in quella che si autodefinisce una struttura d'eccellenza. Ha parlato del "piacere di fare del male" e del refettorio come di (cito le sue parole) "una specie di teatro collettivo a cui tutti assistevano alla rappresentazione messa quotidianamente in scena senza sentire il bisogno di intervenire". L'indifferenza degli altri, di fronte all'abuso di alcuni rende possibile la perpetuazione del male stesso e te

La forza di resistere

Quando i nostri genitori ci dicevano: ma perché volete indagare sulla morte di Mattia? Quella ferita, così, non sarà mai rimarginata...noi dicevamo: no, non importa!  Vogliamo sapere la verità. Quando i nostri amici ci chiedevano: ma perché insistere nel cercare? Perché insistere nell'angustiarvi? Perché indebitarvi? Ormai Mattia è morto, lasciatelo riposare....noi dicevamo: no, andremo avanti! Quando il nostro avvocato ci avvertiva dicendoci: dovrete farvi una corazza, sarete voi ad essere messi sul banco degli imputati....noi rispondevamo: ce la faremo! Eppure poi quando ti trovi di fronte alla realtà processuale tutto prende forma in modo inesplicabile e pirandelliano e la verità si frantuma, cambia aspetto, i vari punti di vista si fondono, si scindono, si intersecano, ....tutto si combina in modo diverso e ciò che appariva lineare si manifesta in modo confuso, a volte contraddittorio, nelle parole degli avvocati delle parti in causa. E così i genitori diventano arrogan

Mai essere indifferenti #mattiaunodinoi

  “Siamo tutti legati” ha avuto la sua prima presentazione “dal vivo” e la presenza fisica, dopo l'immaterialità e la lontananza della comunicazione online, ha fatto la differenza.  Ma la differenza l'ha fatta soprattutto il pubblico: in questo caso si trattava di parlare davanti a degli studenti di    due classi quinte dell’indirizzo Socio-sanitario dell’Istituto Santoni di Pisa, ragazzi come i miei ma per i quali avevo un ruolo diverso: non ero la loro  docente ma una mamma con l'urgenza di raccontare una storia che non dovrà mai più ripetersi e loro erano la platea giusta alla quale veicolare questo messaggio.   Diversi studenti avevano letto il libro, alcuni ne faranno oggetto di discussione per l’elaborato previsto per l’Esame finale,   saranno gli adulti che lavoreranno in strutture per anziani e per ragazzi come Mattia.        L’indignazione che hanno mostrato al racconto dei maltrattamenti andrà coltivata e incanalata nella giusta direzione, la commozione di fronte

Senza sosta

Quando dicemmo al nostro avvocato, già impegnato a seguire la difficile vicenda dei maltrattamenti, che volevamo vederci chiaro sulla straziante morte di Mattia, ci invitò a riflettere bene e a pensarci con calma.  Sapevamo che la strada sarebbe stata lunga, dura e piena di pericoli. Sapevamo che avevamo di fronte un colosso contro il quale noi eravamo nudi e indifesi.  Sapevamo tutto questo ma abbiamo deciso di andare avanti, tassello dopo tassello, prova dopo prova, abbiamo ricostruito minuziosamente gli ultimi mesi di vita di nostro figlio, tutti i passaggi sono stati accuratamente ripercorsi e registrati. Le prove avevano una loro validità e il PM ha rinviato a giudizio due dottoresse.    E adesso? Le luci si fanno ombre, l'attesa diventa lacerante, già per due volte l'udienza preliminare è stata rinviata e ci chiediamo: sarà sempre così? Vedremo mai la fine? Riusciremo ad avere giustizia?  So solo che lotteremo fino alla fine, senza sosta.

"Siamo tutti legati". Il libro presentato dall'ANMIC di Pisa